Cronaca del Lenzi – Archivio Storico di Cento
Era una fredda notte di Gennaio del 1824, quando nel cielo di Nord-Est apparve una intensa luce seguita da tre forti boati.
Un turbine di nubi rosseggianti e di colore giallastro incominciarono, mediante il loro elettrico moto, a far sentire un cupo tuono che rombava in voce lontana.
Un vento impetuoso e caldo, il quale, infrante le nubi, dilatò una pioggia fosforica non dissimile a piccole fiammette.
A Renazzo, distante da Cento tre miglia, cadde in vari campi una pioggia di fuoco che rendè molto spavento a tutti quelli che videro lo spettacolo, ma grazie al Signore Iddio non duro lungo tempo e non recò alcun danno.
Molti credettero che fosse iniziata un guerra improvvisa, altri ad una scorribanda tra banditi ma solo pochi impavidi si affacciarono alle finestre per soddisfare la propria curiosità.
Tra questi, una donna intervistata racconta: “a seguito di questo trambusto mi portai nella parte esterna della casa e vidi un palla di fuoco venire per il cielo e farsi via via piu luminosa. Questa era accompagnata da mille fiammelle, sibili e rumore di metallo che sbatte. Poi ad un tratto vidi un forte lampo e tutto si spense ma nel buio della notte continuai a vedere la scia dall’aerolite. Poco dopo sentii un tonfo sordo laggiù nei campi”.
Il meteorite era caduto!
Il giorno seguente le genti andarono in quei campi per vedere cosa fosse successo e, con stupore, raccolsero delle pietre formate di un strana materia somigliante la spuma che fa il ferro nelle fucine dei fabbri.
Saputo il fatto, anche l’arciprete Don Bergamaschi e Don Pasqualini arrivarono a Renazzo e nelle settimane seguenti anche il rettore dell’Università di Bologna Camillo Ranzani si reco sul posto dove fece le più accurate osservazioni.
Ed è così che i pezzi raccolti furono portati nella specola di Bologna per essere studiati.